Il nostro lavoro
*`Ki Lo Naeh` con David Lavi e Keren Kedem.
Un piyyut per la festa primaverile di Pessach (Pasqua), della comunità di Alessandria. Questo
l'interpretazione (traduzione "È degno della nostra lode") mira a rianimare i precedenti suoni della celebrazione
e canti dalla sinagoga di Alessandria, che da anni giace vuota, senza più alcun resto
Comunità ebraica per adorare in esso.
"Al Neharot Bavel/ *Allelai Li"- con Yair Harel, David Lavi e Keren Kedem
'Al Neharot Bavel' ('presso le acque di Babilonia') è stata scritta dal compositore ebreo mantovano
Salamone Rossi (1570-1630) e pubblicato a Venezia nel 1623 nell'ambito dei 'Canti a Salomone'. UN
lamento toccante per il giorno di digiuno del '9 Av', il giorno dedicato al lutto per la distruzione del
Tempio di Gerusalemme e la simultanea divisione e devastazione inflitta ai cittadini del mondo biblico
Gerusalemme- 'Al Neharot Bavel' di Rossi allude liricamente al dolore e al desiderio invocati dagli antichi
testi "vicino alle acque di Babilonia, ci sdraiammo e piangemmo".
'Lecha Dodi'- con Yonatan Razel, voce solista, e David Lavi
Un piyyut lirico per dare il benvenuto allo Shabbat, questa melodia radiosa per Lecha Dodi (traduzione: "Vieni, mio amato") è
dalle comunità di Venezia e Ferrara ed esiste qui da oltre 300 anni
(come parzialmente notato da B.Marcello in L'Estro Poetico-Armonico, Venezia 1723).
della redenzione dalla schiavitù in Egitto.
*'Kol Nidrei'- con Yair Harel, Merav Ben David-Harel, Keren Kedem e padre Alberto Pari
Questa melodia inquietante e unica dalla comunità di Firenze per il 'Kol Nidrei' (trad-'All Vows')
la preghiera viene recitata la sera, all'inizio del digiuno dello Yom Kippur (Giorno dell'Espiazione). Fa eco
tipiche forme liriche elaborate del Rinascimento, che utilizzano recitativi, ripetizione di temi ed elaborazione
trasmettere in modo monumentale la solennità e l'intenzione di questa potente preghiera dello Yom Kippur per il perdono,
pentimento, tabula rasa e nuovi inizi.
*'Im Afes'- con Yair Harel
Questo piyyut redentore, (traduzione-'Quando la speranza se n'è andata') con testi scritti mille anni fa,
racconta l'atto di fede inizialmente straziante ma alla fine affermativo del quasi sacrificio di suo figlio,
Isacco, da Abramo. Il testo offre speranza anche quando ogni speranza può sembrare vanificata. Con una melodia da
comunità ebraica romana, questa interpretazione incorpora la Ghironda, un popolo
strumento comunemente utilizzato nelle comunità ebraiche italiane medievali.